LA STAMPA FLEXOGRAFICA

Che cos'è la stampa flelxogafica o flessografica o flexo?
La parola flessografia deriva dalla flessione del clichè rilievografico
La flessografia o flexografia è un metodo di stampa rilievografica diretta a rotativa adoperato per questo particolare sistema di stampa.
la flessogafia è attualmente il più importante dei processi di stampa che fanno parte del procedimento rilievografico (gruppo di processi che utilizzano una forma di stampa nella quale i grafismi  sono in rilievo e i contrografismi sono incavati).
La flessografia o flexografia è un metodo di stampa rilievografica diretta a rotativa.
Il processo flexografico presenta caratteristiche sia della rilievografia, per la forma di stampa, sia dell’incavografia per la semplicità del sistema d’inchiostrazione e per la rapidità d’essicazione dell’inchiostro.

La flessografia usa forme di stampa in materiale elastico: gomma o fotopolimeri
Il processo flessografico presenta caratteristiche sia della rilievografia, per quanto attiene alla forma di stampa, sia della rotocalco, per la semplicità del sistema di inchiostrazione e per la rapida essiccazione dell’inchiostro.


I prodotti
L’applicazione più evidente è la produzione di film plastici destinati all’imballaggio alimentare, su laminati plastici e metallici, su polipropilene (PET), poliestere (PE), alluminio e simili, carte da imballo, sacchetti di materia plastica,
Per le sue caratteristiche il processo flessografico è particolarmente adatto alla stampa su laminati plastici e laminati metallici: polietilene (PET), poliestere (PE), alluminio e simili,le carte per rivestimento è molto importante anche la stampa diretta sul cartone ondulato, carta, cartoncino e perfino legno.


La crescita molto grande della flessografia negli ultimi trent’anni è stata parallela all’espansione dell’industria dell’imballaggio flessibile, a sua volta legata all’espansione della grande distribuzione e alla vendita nella GDO (Grande DistribuzioneOrganizzata).
La flessografia. è ( in concorrenza con la rotocalco)  il maggior processo di stampa per : i contenitori del latte, delle bibite, delle borse per la spesa, della carta da regalo e della carta da parati.

I suoi punti di forza sono: il costo relativamente basso della forma di stampa, la possibilità di fare il montaggio della forma fuori della macchina di stampa, la facilità e rapidità di cambio lavoro, la possibilità di stampare su supporti molto diversi come spessore e finitura superficiale (cioè anche su supporti ruvidi), l’economicità e semplicità della macchina da stampa, l’uso di inchiostri economici e a rapida essiccazione.
Le innovazioni tecnologiche della fessografia  le hanno permesso di essere impiegata anche nella stampa ad alte tirature dei quotidiani.


Ripartizione del mercato della stampa flexografica:
Imballaggio flessibile 26%
cartone ondulato 21%
borse di plastica 10%
contenitori per bevande 8%
sacchi e sacchetti di carta 8%
etichette 5%
carta da regalo 4%
carta da parati 3%
altri stampati 15%

La qualità di stampa
La qualità della stampa flessografica non è delle migliori, anzi è decisamente scadente.
Ciò dipende dalla mancanza di durezza, quindi di stabilita della gomma stessa.
Un leggero miglioramento si è avuto con l’utilizzo delle matrici flessibili fotopolimeriche, ma i risultati non sono mai paragonabili alla stampa tipografica od offset.

Le forme di stampa
Le forme di stampa (clichè) flessografiche possono essere di tipo originale, ossia generate con processo fotografico (fotopolimeriche) di materiale elastico o ottenute per duplicazione (in gomma sintetica).
In entrambi i casi esse sono fissate al cilindro porta-forma per mezzo di un nastro biadesivo.
Le matrici sono fissate sui cilindri lastra e sono inchiostrate mediante un rullo dosatore “alinox” strutturato a celle che trasferiscono loro inchiostro liquido a rapido essiccamento stampabile virtualmente su qualsiasi supporto, assorbente o non assorbente.

Le lastre fotopolimeriche sono costituite da un materiale plastico generalmente applicato su supporto metallico; il materiale plastico sotto l'effetto di una luce di particolare lunghezza d'onda polimerizza o si reticola, cambiando stato fisico, Per es. diventa insolubile in acqua o in solventi, oppure da liquido diventa solido.
Sfruttando questo principio è possibile produrre lastre da stampa con elementi in rilievo rispetto a quelli che non stampano.
Se il materiale alla fine è rigido si ottiene una lastra tipografica, se viceversa è elastico si ottiene una lastra flessografica.
Nella flessografia le forme di stampa sono state poi sviluppate macchine che producono cilindri flessografici mediante incisione a mezzo laser, come le macchine dell'inglese Zed.
Questo ha consentito di semplificare ulteriormente la preparazione delle forme di stampa destinate all'imballaggio.

 

matrici flessografiche


Gli inchiosti
Gli inchiostri flessografici sono liquidi, come quelli rotocalco; sono anch’essi molto volatili e consentono un’essiccazione rapidissima per l’evaporazione immediata dei solventi

Gli inchiostri usati sono del tipo liquido, a base di solventi volatili o a base di acqua. o UV.

La Prestampa Flexo:
Notevole importanza nella flessografia è attribuita alla fase della prestampa, attraverso la quale è possibile risolvere alcune problematiche relative a elementi grafici, come lo schiacciamento del punto, il trapping , o nel caso di un test digitale delle immagini fotografiche che possono esser tecnicamente modificate in fase di realizzazione delle matrici tramite specifiche funzioni impostate e applicate dal RIP.
E’ possibile inoltre in questa fase applicare curve di svuotamento (dot loss) oppure adattamenti cromatici tramite target ICC, ed altro ancora, in base alle caratteristiche dello stampato che si vuole ottenere.
Nella fase di prestampa i singoli elementi vengono analizzati ed elaborati tenendo presenti alcuni aspetti tecnologici della stampa evitando così errori nello stampato.

a

impianti di prestampa per stampa flexografica

Cosa è il trapping?
Nella prestampa il trapping serve ad evitare gli effetti sgradevoli di una stampa fuori registro, cioè quando gli inchiostri sono non esattamente allineati tra loro.
Se uno o più inchiostri sono stampati fuori registro; possono apparire degli spazi fra gli oggetti o zone di colore laddove un inchiostro spicca sugli altri invece si fondersi con loro per simulare un colore.
Per minimizzare quest’effetto, si applica la tecnica del trapping che prevede di sovrastampare leggermente i colori adiacenti lungo i bordi comuni.

Il procedimento di Stampa le caratteristiche
All’interno del gruppo di stampa flessografico, l’inchiostro si sposta da un rullo al successivo, fino ad arrivare al supporto da stampare, grazie alla diversa tensione superficiale dei componenti con cui vengono a contatto.
L’inchiostro di consistenza liquida, si stacca dalle cavità delle cellette dell’alinox e “bagna ” la superficie del cliché che ha una tensione superficiale superiore a quella della ceramica di cui è composto l’alinox.
Nello stesso modo, il film di inchiostro si stacca dal cliché per bagnare il film da stampare che avrà una tensione superficiale superiore a quella del fotopolimero.
Grazie alla pressione così morbida che si genera dal contatto che avviene tra il cliché, il rullo alinox e il supporto da stampare, assieme alle caratteristiche di elasticità della matrice, la superficie stampante del cliché si adatta ai diversi tipi di materiali da stampare.
Questa versatilità di applicazioni che caratterizza il sistema flessografico ha determinato il successo di questo procedimento di stampa.


Procedimento di Stampa come avviene
Il gruppo di stampa di una macchina flexografica può assumere strutture diverse.
Una delle più comuni, soprattutto per macchine veloci, è quella illustrata nello schema.

schema del procedimento di stampa flexografico
VI: vascheta dell'inchiostro, PG prenditore in gomma, A alinox, R racla, F forma di stampa, S supporto di stampa, P pessore.

Questo schema è caratterizzato dalla presenza di un cilindro inciso che dosa la quantità di inchiostro trasportato dalla forma e dalla racla.
Il cilindro, comunemente noto con il il termine di “alinox” o “cilindro inciso”, è in acciaio temperato o ricoperto di ceramica, con la superficie incisa in tante piccole cellette, le quali hanno il compito di dosare e trasportare l’inchiostro dalla bacinella alla forma di stampa.
La racla, poggiando sulle coste di metallo presenti tra una celletta e l’altra, ha il compito di pulire la superficie del cilindro prima che venga a contatto con la forma.


le cellete o gli alveoli di un alinox

Le cellette o alveoli possono essere di diverse forme: piramidale e troncopiramidale.
La più usata è quella troncopiramidale, perché ha due importanti vantaggi: la facilità di incisione e un buon svuotamento dell’inchiostro.
All’interno del gruppo di stampa flessografico, l’inchiostro si sposta da un rullo al successivo, fino ad arrivare al supporto da stampare, grazie alla diversa tensione superficiale dei componenti con cui viene a contatto.
L’inchiostro di consistenza liquida, si stacca dalle cavità delle cellette dell’alinox e “bagna ” la superficie del cliché che ha una tensione superficiale superiore a quella della ceramica di cui è composto l’alinox.
Nello stesso modo, il film di inchiostro si stacca dal cliché per bagnare il film da stampare che avrà una tensione superficiale superiore a quella del fotopolimero.
Grazie alla pressione così morbida che si genera dal contatto che avviene tra il cliché, il rullo alinox e il supporto da stampare, unita alle caratteristiche di elasticità della matrice, la superficie stampante del cliché si adatta ai diversi tipi di materiali da stampare.
Questa versatilità di applicazioni che caratterizza il sistema flessografico ha determinato il successo di questo procedimento di stampa.

Parallelamente alla sua grandissima espansione la flessografia. è anche cresciuta molto dal punto di vista qualitativo, soprattutto a motivo dei progressi dovuti alle nuove forme fotopolimeriche, all’introduzione di un particolare rullo per il controllo dell’inchiostrazione (denominato “rullo anilox”), all’utilizzazione della ceramica per la ricopertura del rullo anilox, che ha consentito l’uso della cosiddetta “racla ad inclinazione inversa”.

Questi sviluppi tecnologici le hanno permesso, oltre alla grande crescita nel settore dell’imballaggio, anche di conquistare nuovi mercati nel campo dei giornali quotidiani e della stampa “transfer “(l’immagine prefabbricata viene pressata a caldo sull’oggetto).

Una particolare applicazione della stampa flessografica merita un cenno a parte. Si tratta del sistema di stampa Cameron®, (Il sistema Cameron per
mette la stampa e la confezione in linea integrata (dalla bobina di carta al prodotto finito)per la stampa di volumi di qualità medio-bassa.
Questo metodo consente di stampare a elevata velocità e in unico giro macchina un intero volume, con collegamento diretto alle linee di confezione.
Ciò è possibile in quanto tutte le pagine del volume sono montate su due lunghi nastri flessibili (uno per le pagine della bianca e uno per quelle della volta).
Il sistema si presenta molto veloce ed economico, anche per le eventuali ristampe.
È una variante del sistema flessografico, in quanto, pur utilizzando una forma flessografica (le pagine sono in fotopolimero), usa un inchiostro grasso, tipo quello tipografico od offset.
È un metodo di stampa ideale per l’editoria del tascabile o comunque del libro di medio-bassa qualità con tiratura ragionevolmente elevata.
La casa italiana Cerutti ha sviluppato il procedimento flessografico per la stampa di quotidiani a partire dagli anni Ottanta.
Rotative Cerutti di grandi dimensioni sono state installate per es. a Milano per stampare il quotidiano “la Repubblica”.

LE MACCHINE DA STAMPA FLESSOGRAFICHE

macchina da stampa flexografica Maflex

 

Le macchine da stampa flessografiche sono sempre di tipo rotativo, ossia alimentate da bobina. Possono essere:
– a elementi stampa indipendenti;
– a tamburo centrale o ‘a satellite’.
Le macchine a elementi separati hanno come vantaggi fondamentali di essere più economiche, più versatili per quanto si riferisce alla stampa in bianca e volta, più agili per il cambio lavoro.
Quelle a tamburo centrale – normalmente a sei colori, contrapposti tre a tre – rappresentano la soluzione migliore per ottenere stampati di qualità, non solo per quanto si riferisce al registro, ma anche alla qualità in genere, perché la forma di stampa ha una striscia di contatto maggiore con il cilindro di pressione (data la grande circonferenza di quest’ultimo) e la tangenza complessiva del nastro è più lunga; tutto ciò consente di mantenere una pressione di stampa più regolare e di ridurre l’ingrossamento e la deformazione dei grafismi. Hanno però un costo maggiore.


Queste macchine sono a pressione cilindrica diretta, come il rotocalco, ma il principio e simile alle rotative stereotipiche.
Le macchine flessografiche sono di semplice struttura.
Elementare è anche il trascinamento della bobina, come pure l'inchiostrazione, poiché le tinte vengono pescate da un rullo che attinge in una semplice vaschetta.
Il gruppo stampa di una macchina monocolore è costituito dal cilindro portamatrice e quello di pressione abbinati ai soli due rulli inchiostratori, l’uno che pesca l’inchiostro dalla vaschetta, l’altro, a contatto, che elimina le eccedenze.
Più complesso è il sistema di stampa sulle macchine pluricolore con più rulli-matrice.
I clichè di gomma riproducenti i vari colori selezionati vengono applicati ai cilindri con speciali sistemi ottici o meccanici che avvengono, comunque, fuori macchina.


Tipologie delle macchine da stampa
Le macchine da stampa che sono di tipo rotativo a bobina possono essere: sia ad elementi di stampa indipendenti (a sviluppo verticale od orizzontale) sia a tamburo centrale oppure a satellite.

Le macchine a elementi separati hanno come vantaggi fondamentali di essere più economiche, più versatili per la stampa in bianca e volta,più agili per il cambio lavoro.

macchina da stampa a elementi separati a sviluppo verticale

macchina da stampa ad elementi separati a sviluppo orizzontale o "in linea"

macchina da stampa a sviluppo orizzontale

Le machine a tamburo centrale (normalmente a sei colori, contrapposti a tre a tre) rappresentano la soluzione migliore per ottenere stampati di qualità, non solo per quanto si riferisce al registro, ma anche alla qualità in genere.
avendo un punto di contatto ed una tangenza maggiore consentono di mantenere una pressione di stampa più regolare e di ridurre l’ingrossamento o la deformazione dei grafismi.
hanno però un costo maggiore.

 

macchina da stampa a tamburo centrale o a "satellite"

L’inchiostro nelle macchine flessografiche deve essere rimescolato e ridiluito perché l’evaporazione dei solventi ne varia la giusta diluizione causando cambiamenti di tono e difficoltà meccaniche al trascinamento della lunga bobina.
L’essiccazione dell’inchiostro flessografico sulla carta non richiede particolari accorgimenti.
Per la stampa di materia plastica, invece, per nulla assorbente, l’essicazione richiede dispositivi ausiliari che favoriscono l’evaporazione dei solventi.

Sono molto diffuse le macchine flessografiche che stampano carta per avvolgere da banco, e quelle che decorano sacchetti di polietilene o altre materie plastiche di largo consumo quotidiano..
Le macchine flessografiche, che stampano tubolari di plastica relativi ai sacchetti, sono delle combinate che provvedono, con dispositivi aggiunti, al taglio e alla sagomatura dei sacchetti, come la fustellatura del manico, le angolature, ecc.
Le flessografiche adatte alla stampa di carta in bobina sono invece dotate di taglierine alla fine del ciclo di stampa.


tavolo di controllo

Alcuni prodotti con la stampa flessografica

a
shopping bag  
shopping bag
 
etichette su materiale plastico   confezione di un prodotto in materiale plastico
 
confezione in materiale plastico   stampa flesografica su laminato
etichette
stampa su lamiato

 


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