MASSIMO VIGNELLI


Massimo Vignelli


Membro italiano dell’AGI (Alliance Graphique Internationale), socio onorario.

Caratteristica del pensiero di Vignelli è il suo motto, "Design is One",rifacendosi concettualmente al razionalismo del movimento moderno.
Secondo Vignelli, infatti, la disciplina del design è una soltanto e spazia dall’architettura, all’architettura di interni (arredamento, creazione di spazi commerciali di brand e associazioni culturali), al design ecc..
Ogni settore necessita di competenze specifiche, secondo la filosofia progettuale che se si è davvero in grado di progettare una cosa, allora si è in grado di progettare qualunque cosa.

Vignelli scrisse diverse opere che hanno contribuito ad estendere la sua'influenza anche sulle nuove generazioni, fra questi scritti si ricordano i libri : “Vignelli: from A to Z “ del 2007, “The Vignelli Canon” del 2009, “Unimark International: The design of business and the business of design” del 2009, “Lella and Massimo Vignelli: Two Lives, One Vision” del 2014, lintervista a Vignelli nella famosa trilogia del fim documentario" helvetica"di  Gary Hustwite del 2007, e il documentario "Design is One" del 2012 di Kathy Brew e Roberto Guerra.

Biografia di Massimo Vignelli

Massimo Vignelli nasce a Milano il 10 gennaio del 1931.
Superata un'infanzia difficile nella Milano provata dalla seconda guerra mondiale, inizia ad interessarsi dapprima di architettura e successivamente di disegno industriale.

Nel 1949, a soli diciotto anni, il giovane Vignelli partecipa al VII CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne), che quell'anno si sarebbe svolto a Bergamo dal 22 al 31 luglio; come presidente: Enrico Peressuti e Giuseppe Pizzigoni e tra i partecipant:i Le Corbusier, Denys Lasdun, Sigfried Giedion, Cornelis van Eesteren, Josep Lluis Sert, Helena Syrkus, Bill, Rhot, Luigi Figini, Lanfranco Pollini, Ignazio Gardella, Franco Albini, Pietro Lingeri Ernesto N. Rogers ecc.
al VII CIAM, Vignelli ha l'opportunità di conoscere i migliori architetti europei dell'epoca, esperienza che descriverà come “una festa, per un giovane fanatico com'ero all'epoca”.
Vignelli crescerà assieme a quella che diventerà la prossima generazione di grandi architetti: Vittorio Gregotti, Aldo Rossi, Gae Aulenti, Guido Cannella e molti altri.
Vignelli ha studiato architettura al Politecnico di Milano e all'Università IUAV di Venezia.

Quando era ancora uno studente a Venezia, Paolo Venini, proprietario della Venini Glass, gli offrì l'opportunità di progettare alcune lampade in vetro soffiato.
Le lampade che progettò durante questo periodo sono ora esposte in diversi musei e rappresentano una delle prime esperienze di Vignelli nel design, oltre ad alcuni dei suoi primi lavori riconosciuti.
In questo stesso periodo Vignelli inizia ad occuparsi della progettazione grafica di giornali, libri e packaging, allontanandosi dall'architettura per avvicinarsi sempre di più al design.

«In quel periodo progettavo magazine, libri e packaging. Disegnai anche una casa per un cliente ma realizzai che, per me, il processo architetturale era troppo lento in confronto alla velocità del processo di progettazione. Per progettazione intendo progettazione grafica, di prodotto, di esibizioni, d'interni e di arredamenti. Così mi concentrai di più sul design, ma rimasi sempre vicino all'architettura, che ho amato per tutta la vita. “
Massimo Vignelli, Vignelli: from A to Z

Nel 1957 si sposa con Lella ed insieme si spostano momentaneamente negli Stati Uniti, grazie ad una proposta di lavoro che Massimo ricevette da una società del Massachusetts.
Tuttavia i prodotti che Vignelli progetta in questo periodo (forchette, coltelli e cucchiai) vengono rigettati dal dipartimento di marketing perché considerati troppo moderni.

Nel 1958 l'IIT Institute of Design offre a Vignelli una cattedra part-time, così la coppia si trasferisce a Chicago.
Vignelli rimane a Chicago per due anni, durante i quali ha l'opportunità di conoscere importanti nomi dell'architettura internazionale, uno fra tutti Mies van der Rohe.

Nel 1960 Vignelli è costretto a rientrare in Italia a causa della scadenza del suo visto.
In questo periodo Vignelli riceve diversi incarichi da illustri compagnie come Olivetti, Pirelli e Xerox, Sansoni, ed altri editori.
Vignelli descrive questi anni come gli anni nei quali il suo personale approccio al design iniziò a manifestarsi.

Unimark International
Nel frattempo i coniugi Vignelli danno vita, a Milano, al loro primo studio di design, dove lavoreranno fino al 1964.
Alla fine del 1964, Vignelli si trasferisce definitivamente negli Stati Uniti.
In questo periodo inizia a prendere forma l'idea di uno studio internazionale, idea che diverrà realtà sotto il nome di Unimark International, fondato dai soci: Massimo Vignelli, Ralph Eckerstrom, Bob Noorda, Jay Doblin, James Fogelman, Wally Gutches, e Larry Klein.

Unimark crebbe in fretta e divenne presto uno degli studi di design più importanti al mondo, con sedi a Chicago, New York,  Denver, Cleveland, Detroit, San Francisco, Milano, Londra, Copenaghen, Johannesburg e Melbourne.
Vignelli si occupa del coordinamento dei diversi uffici, ed in questo periodo viaggia molto fra un paese e l'altro per gestire e dare delle linee guida alle varie sedi, in modo da stabilire un linguaggio comune.

In questo periodo Vignelli guida la realizzazione di diversi progetti spesso erroneamente attribuiti a Vignelli Associates, fra cui i progetti di identità visiva per American Airlines (1967), Ford (1965) e la celebre segnaletica per la metropolitana di New York City (1966).

Vignelli lascerà Unimark nel 1971, a seguito dei sempre più crescenti dissapori verso la condotta della società, sempre più improntata verso il marketing.

Mappa della metropolitana di New York City
Dal 1966 al 1970 Vignelli  realizza il manuale di identità visiva della metropolitana di New York la alla segnaletica e la mappa, a questo lavoro collabora con Bob Noorda, il manuale andato perso fu recentemante ritrovato e ripubblicato dal grafico francese Michael Bierut

Nell 1972 la segnaletica e la celebre mappa della metropolitana di New York sono adottati dalla New York per la New York City Transit Autority, con il restling sempre di Vignelli nel 2013 è ancora adottata.
La mappa, che in origine doveva essere accompagnata da una mappa desritiva, e un diagramma astratto della rete metropolitana, dove ogni linea è identificata da un colore diverso ed ogni fermata è identificata da un pallino. Le linee sono disposte secondo il criterio dei 45 e 90  gradi, tecnica messa in atto con successo per la prima volta nella pionieristica mappa della metropolitana di Londra realizzata nel 1933 da Henry Charles Beck.

La mappa, radicalmente moderna rispetto alle tradizionali mappe in uso negli Stati Uniti, ricevette da subito reazioni miste che sono tutt'oggi oggetto di dibattito.
Intesa da Vignelli come un diagramma che deve svolgere la funzione di indicare il percorso da un punto A ad un punto B senza una precisa relazione con la geografia, come la mappa di Beck, fu criticata da molti newyorkesi che, invece, trovarono disorientanti le incongruenze geografiche, in particolare la rappresentazione dell'area di Central Park come un quadrato.
La mappa subì diverse modifiche (dovute al continuo cambiamento della rete metropolitana) fino al 1979, anno in cui fu dismessa in favore di una mappa tradizionale realizzata dallo staff dell' MTA.
La mappa è considerata da molti l'opus magnum di Vignelli ed è presente nelle collezioni di diversi musei, fra le quali la collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMA) di New York.


“La mappa è più vicina ad a una struttura formale (topologica) che a un’immagine del territorio. Costituita soltanto da punti e da linee non fa uso di criteri metrici, non richiede una coerenza della scala.
Le direzioni sono ridotte a una rosa dei venti primitiva: due coppie di perpendicolari sovrapposte in modo da formare angoli di 45°. Questo sistema non ha più bisogno che di un’astratta toponomastica per i suoi punti e di una policromia distintiva per le sue linee”
Renato Giovannoli e Isabella Pezzini

Abbastanza sconsolante è constatare, come fanno Giovannoli e Pezzini, che la pianta fu, nel 1979, sostituita con una di impianto tradizionale, più aderente al disegno urbano e all’andamento viario della città sovrastante, ma anche alle abitudini degli utenti. “L’esibizione non umanista della forma logica è uno scandalo che deve essere cancellato.

“Basta con quel complicato groviglio di linee ferroviarie geograficamente accurate. Basta con quegli angoli arbitrari. Al loro posto, le linee ferroviarie sono disposte solo a 45 e 90 gradi. Ogni linea è rappresentata da un colore. Ogni fermata è rappresentata da un punto. Cosa potrebbe essere più semplice? Il risultato è una soluzione di design di straordinaria bellezza. Eppure ebbe presto dei problemi. [...]
E fu così che nel 1979, la mappa Vignelli fu sostituita da una mappa convenzionale, meno elegante e più geograficamente accurata, che persiste tutt'oggi in una forma riveduta. Mi ricordo di una presentazione presso il Museo Cooper-Hewitt durante la quale Wilburn Bonnell descrisse questa decisione come l'equivalente del graphic design della demolizione del complesso residenziale Pruitt-Igoe: impraticabile, elitario Modernismo che soccombe alle pratiche, difettose imperfezioni della vita quotidiana. “
Michael Bierut

Per vedere video sull' esperienza progettuale per progetto grafico di Vignelli attraverso una intervista al grafico MIchael Beirut clicca qui

La mappa è particolarmente apprezzata da molti designer grazie all'estrema purezza formale e chiarezza dell'informazione che deriva dal suo spazio astratto e dal brillante uso della geometria. Fra gli svariati apprezzamenti, nel 2004 Michal Bierut ne scrisse un'eloquente omaggio sul “Design Observer”.
Nel 2008, il vice direttore di “Vanity Fair” (allora staffer di Vogue Uomo) commissionò a Vignelli un'edizione aggiornata della mappa, sulla quale Vignelli lavorò a fondo con il suo staff per correggere ogni precedente difetto.
La mappa è stata successivamente tradotta in una versione digitale che ha dato vita all'applicazione ufficiale per dispositivi mobili “The Weekender”,  realizzata dalla Metropolitan Transit Autority, l'ente che nel 1979 sostituì la mappa di Vignelli con quella tradizionale tuttora in uso. L'applicazione si aggiorna tramite internet e permette di conoscere in tempo reale eventuali variazioni o disguidi sulle varie linee metropolitane, oltre ad accompagnare la mappa con delle indicazioni verbali, com'era intenzione di Vignelli sin dal 1972.
Nel 2013, un team di ricercatori dell'MITguidato dalla dottoressa Ruth Rosenholtz ha progettato un modello computerizzato capace di determinare come le persone comprendano una mappa a prima vista, attraverso l'uso di mongrels che simulano il modo in cui il cervello processa l'immagine e la rimanda all'occhio. Mentre la mappa tradizionale oggi in uso diventa un impasto visivo di impossibile lettura, la mappa del 2008 di Vignelli e il suo staff rimane praticamente identica, confermando l'intuizione alla base dell'idea originale.
L'intera storia della mappa della metropolitana di New York è dettagliatamente documentata nel libro Vignelli Transit Maps di Peter B. Lloyd e Mark Ovenden, edito da RIT Press.

Vignelli Associates
Dopo cinque anni, Vignelli lascia Unimark e nel 1971, assieme alla moglie Lella, fonda a New York la Vignelli Associates.
Da allora Vignelli ha lavorato ad una grande quantità di progetti per importanti industrie statunitensi ad esempio: Knoll e IBM ed europee ad esempio: Benetton, Ducati, Poltrona Frau, Artemide.
Dagli anni 80 agli anni 2000 Vignelli è stato coinvolto in progetti che spaziano dagli USA all'Europa, dal Sud America fino al Giappone, progetti di ogni tipo, da libri a packaging fino all'identità visuale di un'intera compagnia ferroviaria inglese e la segnaletica per le ferrovie Italiane.


E 'cambiato tutto in termini di database e nella  la gestione del workflow. Infine, trascorrere il vostro tempo prezioso per la progettazione, in  modo che il vostro lavoro sia il migliore
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logotipo dell'agenzia Vignelli Associates

 

Nel 1989 ha curato totalmente l'immagine del TG2 della Rai, dall'identità visuale fino agli studi e agli arredamenti presenti in essi. Ha inoltre curato diverse esposizioni ed importanti mostre riguardanti il suo lavoro, in Italia, Russia, Finlandia, Danimarca, Inghilterra, Spagna, Germania, Cecoslovacchia, Francia e Stati Uniti e Canada.

Nel 2000 sposta la sede della Vignelli Associates nella sua abitazione a New York, dove continua a lavorare a diversi progetti accompagnato dalla moglie Lella.

 



Massimo Vignelli e la moglie Lica

 

 

Nel 2010, in collaborazione con il Rochester Institute of Technology, nasce il Vignelli Center for Design Studies, dove è stato possibile assistere a workshop sul graphic design tenuti da Vignelli stesso fino al 2013, oltre che ammirare una esposizione del lavoro del maestro.
È stato presidente dell'AGI (Alliance Graphique Internationale), presidente dell'AIGA (American Institute of Graphic Art), vicepresidente dell'Architectural League di New York, membro dell'IDSA (Industrial Designers Society of America).

Malato da tempo, muore nel suo appartamento di New York il 27 maggio 2014 all'età di 83 anni. 
Ne diede la notizia il grafico Michael Bierut, amico e per lunghi anni collaboratore di Vignelli, con un lungo ricordo pubblicato sul sito di "Design Observer".

Premi e riconoscimenti
Gran Premio Triennale di Milano, 1964 -.
Premio Compasso d'oro dell'ADI (Associazione Disegno Industriale), 1964).
Industrial Arts Medal dell'AIA (American Institute of Architects), 1973.
Annoverato nella New York Art Directors Club Hall of Fame, 1982.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte della Parsons School of Design di New York, 1982.
Gold Medal dell'AIGA (American Institute of Graphic Art), 1983.
Primo Presidential Design Award, conferitogli da Ronald Reagan per il National Park Service Publications Program, 1985.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte del Pratt Institute di New York, 1987.
Annoverato nella Interior Design Hall of Fame, 1988.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte della Rhode Island School of Design,1988.
National Arts Club Gold Medal for Design, 1991.
Interior Product Designers Fellowship of Excellence, 1992.
New York State Governor's Award for Excellence, 1993.
Laurea honoris causa in Architettura da parte dell'Università di Venezia, 1994.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte della Corcoran School of Art di Washington D.C, 1994.
Brooklyn Museum Design Award for Lifetime Achievement, 1995.
Honorary Royal Designer for Industry Award da parte della Royal Society of Arts di Londra,1996.
Premio Compasso d'oro dell'ADI (Associazione Disegno Industriale), 1998.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte dell'Art Center College of Design di Pasadena in California, 2000.
Laurea honoris causa in Belle Arti da parte del Rochester Institute of Technology di Rochester, New York,2002.
National Lifetime Achievement Award da parte del National Museum of Design di Cooper-Hewitt, New YorK, 2003.
Visionary Award da parte del Museum of Art and Design di New York, 2004.
Architecture Award da parte dell'American Academy of Arts and Letters di New York, 2005.

riconoscimenti per eccellenza nella progettazione grafica 
American Associations of Museum 1994
American Federation of Art 1998, 1999
American Institute of Grapphic Art 1966, 1976, 1978, 1980, 1981, 1982, 1983, 1984, 1985, 1986, 1987, 1988, 1989, 1990, 1995
American Museum Association of America 1984
Art Directors Club of New York 1975, 1976,1878, 1981,1982,1983, 1994 ,1995, 1996, 1988,1989
Art Director Club di Milano 1995
Art Director Club of Boston 1983, 1984
Art Director Club of Toronto 1985
Comunication Art Design Annnual 1984, 1985, 1986, 1987 , 1988, 1989, 1990
Graphics Design 1971, 1973, 1984, 1985,1986, 1987,1988, 1989, 1990,1996
Graphis Poster 1973,1982, 1985, 1987, 1988,1989,1992
ID Magazine Graphic Annual Design Review 1972,1983, 1984, 1985, 1986, 1987,1988, 1989, 1995 
National Endowen for the Art 1981, 1984, 1988
Package Desisiger's Council Gold Award 1979
Print RegionalDesign AnnuaL 1982, 1983, 1984, 1985, 1986,1987,1988, 1989
Print Casebook 1984, 1987, 1989
Society of Enviromental Graphics Designers 1987, 1988
Tipe Directors Club 1973, 1976,1985

Opere grafiche presenti nei musei
The Brooklyn Museum
Cooper-Hewitt Museum, New York
The Denwer Art Museum
The Metropolitan Museum of Art, New York
The Museum of Modern Art, New York
Philadlfphia Museum of Art
Die Neuve Sammlung, Munich
The Jsrael Museum, Jerusalem
Musee des Arts Decorativs, Montreal
Musee des Tissus et des Art Decoratifs, Lyon
Museum fur Kunst und Gewebe, Hambur
The Victoria and Albert Museum, London
The Vitra Museum, Weil Am Rhein

 

 

 

M M M M
1962 Massimo Vignelli manifesto per la 31 Biennale di Venezia  

1962 Massimo Vignelli manifesto per la 31 Biennale di Venezia

 

1963Massimo Vignelli progettto editoriale di una nuova collana per l'editore Sansoni

 

1964Massimo Vignelli progettto editoriael di una nuova collana per l'editore Feltrinelli

 

1966Massimo Vignellii lmanifesto per Knoll international, questo manifeso fa parte dela collezione del Moma di New York

                 

1991 Jeninfer Morla manifesto per la manifestazione "Design lecture series: radical reponse" per il San Francisco Museum of Modern Art

 

1999 Jeninfer Morla, manifesto per una esposizione di Fabrice Hybert per il California College of Art and Craft CCAC

 

2003 Jeninfer Morla,manifesto"per l'AIGA che pubblicizza una conferrenza

 

2002 Jeninfer Morla,manifesto San Francisco 2012 per una offreta cittadina i giochi olimpici per manifesto esposto al San Francisco Museum of Modern Art

 

Jeninfer Morla,copertina per Hemispheres periodico della compagnia aerea United Airlines

                 

1998 Jeninfer Morla manifesto la campagna per l Lews'

 

1997 Jeninfer Morla, progetto per l' immagine dei negozi Lewis'Jeans for women

 

1997 Jeninfer Morla, progetto per l' immagine dei negozi Lewis'Jeans for women

 

1998 Jeninfer Morla, catalogo per una nuova lina dei jeans Levis'

 

2008 Jeninfer Morla, copertina catalogo per Design Within Reach Outdoor

                 

1999 Jeninfer Morla manifesto per i dissidenti in Iran

 

1998 Jeninfer Morla copertina per il The New YorkTimes Magazine

 

1998 Jeninfer Morla, manifesto per una esposizione "Big soft 0range" per il California College of Art and Craft CCAC

 

2000 Jeninfer Morla marchio per il Sculture Center a New York

 

2000 Jeninfer Morla immaginre coordinata per il Sculture Centerer a New York

                 

Jeninfer Morla catalogo per una linea "Within reach kids" una linea di arrredi per bambini della DWRJAX

 

Jeninfer Morla decorazioni per piatti

 

1992 Jeninfer Morla packaging per la linea di cioccolati per l'azienda Cocolat

 

1991 Jeninfer Morla design "Swatch Capuccino" per la Swatch

 

1993 Jeninfer Morla design "Swatch Doct Chair" per la Swatch

                 

Jeninfer Morla manifesto per la partecipazione al voto realiozzato per l' AIGA

 

Jeninfer Morla sedia per la colezione "Verve" per la onde House Europe Gmbh

           
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